Ancora stanco di non essere ancora
vieni e ti siedi
per un vigore che non sa aver corpo
in fondo al sonno
e sei come sarebbe ogni pensiero
lasciato al suo destino
tenuta che si slaccia a rivelare
che il minimo dettaglio è universale
e chi ti dorme dentro lo sprofondo
s’inarca in superficie
e fa da cielo
nessuno si sorprende se di colpo
viene invaso da un vento madornale
una presenza
che si disegna intorno e dà ombre
costellazioni
strade in cui senza riconoscerle ti vedi
e dove ciò che avviene
è come pare
al punto di strappare dalla voce
nomi da inaugurare appena nati
chi li pronuncia è sveglio e dice giorno
come dicesse l’essere del mondo.